La città s’accende,
naufraghiamo in questo
buio trasparente,
prego Dio che l’unica
dispersa non sia io
e che esista un altro
vuoto uguale al mio.
Seguo la scia dei bar
come una lupa,
cerco uno sguardo,
un’anima, un richiamo
che giri fuori orario
con uno sguardo umano.
Giura che ci sei,
nella notte che va via,
il tuo cielo senza
stelle è casa mia,
la tua lingua sulle
mie ferite,
con il sapore e le
bugie delle nostre vite.
Seguirò le impronte
che hai lasciato,
segnali e sogni che
aspettano in agguato
per affilarmi le
unghie un’altra volta
in questa notte lunga
con la memoria corta,
sui fianchi larghi di
una breve eternità.
Poi siamo lì, con gli
occhi dentro gli occhi,
il mio bicchiere
voglio solo che trabocchi,
sento il calore del
tuo fiato
sul mio cuore che non
grida più.
da "La lupa",
Ornella Vanoni