Ti ho cercato così
tanto
da sentir bruciare le
mie vene
nelle desolanti freddi
notti di dicembre.
Ti ho amato così
tanto,
da sembrare che un
giorno o l’altro
sarei morto,
sprofondando nel tuo ricordo.
Ti ho maledetto così
tanto,
da sentir la rabbia
lacerarmi dentro,
come lame d’acciaio,
forgiate di follia
Ti ho aspettato così
tanto,
pur sapendo che mai
saresti arrivata,
a diffonder luce, al
mio grigio tormento.
Polvere di stelle tra
le mani,
ecco, Vita, cosa mi rimane,
la unirò con queste
lacrime
che mai seppi placare,
la userò per scrivere
il tuo nome,
su quel muro cosparso
di rumori
e di crepe grandi come
il cuore
che invano tentai di
riempire.
da "Ti ho cercato
così tanto...", Salvatore Isidoro