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La città era la mia nostalgìa più profonda, che non si saziava mai perché non sapevo cosa esattamente volevo da lei. Ogni volta che sono qui mi aggiro silenziosamente intorno a lei come una gatta affamata, mi infilo fra le sue mura, la costringo ad accettarmi, non sgradita, tuttavia solo tollerata. O forse ogni volta sento più forte la nostalgìa perché le persone che amavo in lei sono sparite e lei rimane qui per sempre?
da “La voce del deserto”, Anna Mitgutsch
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