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Senza curare ciò che i suoi pensavano, stanco, invitandoli a non più domandare, partì ancora una volta; lasciò, perse, perchè gli erano care più che notti d'amore quelle notti di viaggio. Quante ne aveva già vegliate, splendide, che da forti stelle ricoperte dischiudevano anguste lontananze, e si mutavano come una battaglia; altre, che protendendo come prede villaggi sparsi nella luna si davano; o dietro parchi intatti rivelavano manieri grigi ove per un attimo, volgendo un poco il capo, con la mente gli piaceva abitare, ben sapendo che nessun luogo è fatto per restarvi; e già vedeva nella prossima svolta nuove vie stendersi, nuovi paesi, ponti e città che dilagano. E tutto sempre senza desiderio lasciarselo alle spalle era assai più per lui che fama, beni, piaceri della vita. Eppure in piazze ignote, sul bordo di una fontana logoro dal passaggio, una conca qualche volta sembrava appartenergli.
da "L'Estraneo", Rainer Maria Rilke |
Lorenzo Linthout - Tutti i diritti riservati