È in corso una mutazione profonda
dell’habitat dell’uomo, la si può guardare da molti punti di vista e
a seconda degli osservatori nei quali ci si pone: i processi in
corso cambiano riferimenti, significato e senso. I modi nei quali
vengono soddisfatte le esigenze di massa tendono ad uniformarsi per
tutta la popolazione: i modelli di residenza, di trasporto e di
consumo ne sono la testimonianza.
L’eredità dell’antica città, della
città medioevale o rinascimentale, della città della fabbrica o
quella dei villaggi si sta trasformando, con superba neutralità, in
quella che si può definire “la città infinita”.
Procederà senza sosta, inarrestabile e
invincibile? Cancellerà tutte le città preesistenti, tutte le
testimonianze e le vite della città precedente? Oppure quest’ultima
può avere ancora un futuro e il messaggio di civiltà che essere
contiene potrà essere adoperato ancora nei decenni futuri? La città
globale ha già vinto, oppure il suo percorso potrà essere
contrastato?
Risulta evidente che questa "ultima
città" sia una testimonianza di un passato in cui la volontà
umana veniva del tutto piegata alle esigenze dell'insaziabile e
assurdo mostro metropolitano. Ma sono convinto che si debba iniziare
dal conoscere e comprendere che cosa stia diventando la città e che
cosa essa stia minacciando di divenire; le analisi non mancano, per
una nuova teoria e a una nuova politica della città.
da "La città infinita", Lorenzo
Linthout
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